Dopo il Referendum, la posizione di Elly Schlein alla guida del Pd sembra essere “scricchiolante”. Sarebbero aumentati i malumori interni.
Il Referendum dell’8-9 giugno 2025 non è andato come previsto dalla sinistra e nel mirino della critica, esterna ma anche interna, ci è finita inevitabilmente anche Elly Schlein. Già presa di mira dalla Premier Meloni con tanto di messaggio social di scherno, ecco la segretaria del Pd dover fare i conti con quello che sembra essere un malumore crescente tra “i suoi”.

Schlein: la situazione dopo il Referendum
Pareri diversi dopo i risultati del Referendum dell’8-9 giugno 2025 all’interno del Pd. Una situazione che starebbe alimentando i dubbi sul futuro di Elly Schlein alla guida del partito. Dando uno sguardo alle prime reazioni post votazione, con annesso mancato quorum, pare che al Nazareno la parola d’ordine sia solo una: attendere.
Eppure, se da una parte la leader dem si è detta comunque soddisfatta del segnale ricevuto dal Referendum, una parte dello stesso partito, quella dei riformisti, avrebbe manifestato un pesante malumore iniziando a farsi sentire.
La segretaria del Pd “trema”
In questa ottica è la posizione della Schlein ad essere nel mirino anche se, per adesso, nessuno sembra voler creare ulteriori problematiche interne al partito. L’idea di fondo, però, soprattutto per i riformisti, è quella che il flop al referendum e l’agenda tutt’altro che vincente potrebbero portare la leader dem a vedere la sua poltrona sempre più a rischio
I riformisti non sono soddisfatti e si sentono sempre più ai margini e in questo senso sono stati diversi i pareri arrivati nelle ultime ore che hanno confermato il clima di tensione che, per il momento, resta ancora ad una fase non proeccupante. Qualcuno ha anche ipotizzato un “congresso anticipato” ma fonti vicine alla segreteria hanno rassicurato: “Faremo come sempre. Due assemblee l’anno, 5-6 direzioni. Così sarà anche nel 2025”.